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Arriva un fratellino: come gestire la gelosia tra fratelli

La gelosia è un fenomeno praticamente inevitabile all’interno di una famiglia. Quasi tutti i bambini desiderano essere il figlio preferito dei genitori, essere considerati i più bravi ed essere i più amati dai familiari. Nella maggior parte dei casi, la competizione tra fratelli è motivata dal voler ottenere amore, attenzione e approvazione dai genitori. La gelosia non necessariamente riguarda solo il rapporto tra fratelli, anche un amatissimo figlio unico può essere estremamente geloso della relazione che esiste tra i genitori. In una famiglia con più fratelli, ogni bambino può essere geloso di un altro, ma la causa più comune è la nascita di un fratellino. La rivalità è un fenomeno generalmente presente tra il bambino più piccolo e quello più vicino a lui per età. Continua a leggere

Riconoscere che il bambino è competente

Parlare di “bambino competente” significa riconoscere che la qualità delle sue attività dipende sia dai suoi sentimenti che dal suo livello di sviluppo: attraverso le sue attività il bambino esprime i sentimenti; dall’evoluzione dei suoi sentimenti dipende il suo adattamento futuro.

I bambini hanno un potente impulso ad agire e a farlo in prima persona senza chiedere aiuto. Sono capaci di ascoltare e polarizzare la loro attenzione e di mantenerla a lungo, ripetono in modo intelligente le esperienze per loro interessanti, esplorano gli oggetti e li usano in modo creativo. Continua a leggere

Le influenze del WEB sulla personalità degli adolescenti

In adolescenza i ragazzi si scontrano con svariati cambiamenti: corporeo, cognitivo, sociale, il tutto alla ricerca di una nuova identità, capiamo bene allora che inoltrarsi senza filtri in un mondo virtuale dove regna il “non reale” è pericoloso perché incontra e rassicura le loro paure in maniera irrealistica.

Si può arrivare a negare la realtà vera, scindere il proprio Io a seconda di quante finestre sul WEB si tengono aperte. Noi solitamente interpretiamo personaggi diversi a seconda dei contesti della nostra vita: il padre, il collega, il figlio ecc. il nostro Sé è in grado di decentrarsi ed esprimersi diversamente, nel WEB l’individuo mette in scena tutti i Sé contemporaneamente quindi è più facile correre il rischio di confondere il Sé, dissociarlo e portare così ad una condizione di isolamento psichico. Continua a leggere

La funzione educativa del gioco

L’attività ludica rappresenta un bisogno fondamentale per lo sviluppo e la crescita serena ed equilibrata del bambino, attraverso questa è possibile raggiungere una moltitudine di obiettivi. Difatti, relativamente alle diverse tipologie ludiche, il gioco possiede una straordinaria valenza educativa, permettendo al bambino di formarsi armonicamente nelle differenti dimensioni personali. Il gioco incrementa le capacità pratiche e le conoscenze (funzione cognitiva), i bambini esprimono conflitti, disagio e situazioni ansiogene (funzione emotiva), entrano in relazione con gli altri (funzione socializzante), ognuna di esse, se ben realizzate e connesse con le altre, contribuiscono ad irrobustire i molteplici aspetti personali del bambino. Continua a leggere

Mass-media e condotte aggressive nei giovani

Le complesse sfide che l’educazione contemporanea deve affrontare sono spesso collegate alla diffusa influenza dei media nel nostro mondo. Come aspetto del fenomeno della globalizzazione e facilitati dal rapido sviluppo della tecnologia, i media delineano fortemente l’ambiente culturale”.

Giovanni Paolo II,  2005.

Con il presente articolo si vuole porre l’attenzione sulla relazione tra la condotta aggressiva nei giovani e le scene violente veicolate dai mass media. In modo particolare nel mio intervento mi focalizzerò, allo sviluppo dei comportamenti aggressivi legati principalmente all’uso del mezzo televisivo e dei videogiochi e della forte presenza in essi di contenuti violenti.   Dopo aver analizzato cosa si intende per condotta aggressiva prenderò in considerazione il rapporto tra i giovani e i media violenti evitando di ritenere banale l’affermazione comune dell’influenza di questi sul comportamento aggressivo ma riflettendo sul fenomeno, con l’aiuto di opportune teorie ed individuando piste di interventi e prospettive educative.    Continua a leggere

Lo lascio…andare. L’inserimento dei bambini nella scuola dell’infanzia

In questi anni mi sono sempre trovato a dover dare, per il mio lavoro, consigli a tanti genitori che accompagnavano i loro figli per la prima volta a scuola. Quest’anno ho fatto l’esperienza di essere io ad accompagnare mia figlia per il suo primo giorno di scuola. Devo ammettere che le mie certezze teoriche si sono scontrate con le mie paure e con le mie ansie di papà che lascia per la prima volta la figlia nel suo primo significativo passo di autonomia e affrancamento verso la vita, affrontando così il mio primo distacco emotivo da lei.

Certamente il primo giorno di scuola rappresenta per ogni bambino e per ogni famiglia una svolta considerevole. Cambiano i tempi del fare quotidiano, le modalità di accudimento, le responsabilità. Continua a leggere

I preadolescenti: un’età “mistica”?

Chi educa si trova spesso disorientato di fronte all’educazione dei preadolescenti. Vista la loro irrequietezza non è sempre facile comunicare con loro, capire cosa vogliono o aiutarli a ragionare. Come trattarli? Non sono più bambini e neppure adolescenti. Di fatto anche la psicologia si dimostra in difficoltà di fronte a questa fase evolutiva tanto che alcuni non esitano a parlare della stessa come di un “età negata”. È necessario considerare la preadolescenza come una tappa evolutiva autonoma e di come questa età rappresenti una fase di transizione breve verso l’adolescenza. Allora dobbiamo chiederci anzitutto chi è il preadolescente oggi e in che modo i contesti non formali e informali hanno influenza su di lui? Continua a leggere