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Alcuni consigli utili sulla gestione della DAD

Questa volta sappiamo, a differenza di un anno fa, gli effetti psicologici che può produrre una mal gestione di questa modalità di fare didattica a distanza. Allora in base a quest’anno di esperienza cerchiamo di usare alcuni accorgimenti.
  • Facciamo diverse pause (mettere davanti ad uno schermo per diverse ore bambini e ragazzi produce molti danni collaterali!);
  • Dedichiamo molto tempo durante le lezioni per occuparci degli aspetti emotivi dei nostri alunni;
  • Rendiamo l’ambiente d’apprendimento sereno e accogliente senza preoccuparci troppo delle interrogazioni e dei compiti da fare;
  • Rendiamo la lezione il più interattiva possibile, questo attiverà maggiormente la loro attenzione;
  • Non preoccupiamoci di rimanere indietro con gli apprendimenti che faremo sempre in tempo a recuperare e, invece, preoccupiamoci degli aspetti psicologici che se non tenuti in considerazione faremo fatica a recuperarli;
  • Non passiamo l’idea ai nostri ragazzi che stiamo perdendo tempo ma educhiamoli a dare un senso e un significato a quello che stiamo vivendo;
  • Riconosciamo lo sforzo che stanno facendo in questo periodo e premiamoli per questo impegno;
  • E soprattutto diamo sostegno e supporto fiducioso che sicuramente ne usciremo da questa situazione perché questo clima d’incertezza e mancanza di futuro non aiuta i nostri alunni.

Intervista su “Sanità Informazione”

I ragazzi vogliono tornare a scuola, perché la Dad non funziona più? Le osservazioni dello psicologo

Troppi mesi in didattica a distanza hanno fatto emergere disagi psicologici importanti nei più giovani. Lo psicologo Alessandro Ricci (esperto “Scuola” Ordine Psicologi Lazio): «Arrivano l’apatia, la noia, la demotivazione. In alcuni comportamenti aggressivi, forti stati d’ansia e depressione».

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A scuola tutti connessi e poi? Ma siamo sicuri che la scuola stia tutelando la salute dei bambini e ragazzi?

Da settimane gli alunni, di ogni ordine e grado, sono rinchiusi in casa e non si recano più a scuola e sarà così, sicuramente, fino all’inizio del prossimo anno scolastico. La giusta decisione presa dal Governo è stata dettata per motivi di salute ma siamo proprio sicuri che quello che la scuola sta proponendo ai suoi alunni (forse spinti da molti genitori) tuteli davvero la loro salute? Certamente insegnare ed apprendere a distanza, in una situazione di quarantena totale come l’attuale, è un’esperienza del tutto nuova. Mi sembra, però, che si stiano, da più parti, buttando alla rinfusa idee e proposte che non sono in linea con le caratteristiche evolutive degli alunni e la loro attuale situazione emotiva e psicologica che li sta attraversando e forse cambiando. In questi concitati giorni si stanno facendo parlare tutti tranne chi è esperto di educazione e apprendimento. Eppure si parla di scuola e la scuola è una cosa seria. Stiamo piazzando per ore bambini e ragazzi davanti a dispositivi digitali che prima che arrivasse la pandemia tutti noi, esperti di educazione, ne sottolineavamo il pericolo e il rischio che questi hanno, soprattutto nei bambini. Mi sembra che questo videolezionismo sia esagerato. Bisognerebbe che gli insegnanti e i genitori se ne rendessero conto. La videolezione, soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria, è faticosissima. L’apprendimento è una cosa seria e implica un insieme di competenze cognitive e relazionali che in questi ambiti virtuali si perdono. Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo, è di fondamentale importanza capire che dare priorità alla didattica è un grave errore. La didattica va contestualizzata. Non possiamo immobilizzare un bambino per diverse ore al giorno davanti ad un computer. La didattica digitale, dal punto di vista pedagogico, è importante e interessante ma una conversione totale e improvvisata fa danni irreversibili; siccome tale didattica non può colmare l’assenza dei bambini in classe, va pensata in modo tale che questa accompagni quella tradizionale. Continua a leggere

La scuola come luogo educativo

La scuola è, subito dopo la famiglia, la principale agenzia di socializzazione e formazione della personalità del bambino e del preadolescente. Il suo compito fondamentale è fornire gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente, acquisire un certo grado di responsabilità e autonomia e, infine, formare alla cittadinanza e alla vita democratica. La scuola è prima di tutto studio, conoscenza, cultura, apprendimento dei saperi, ma è anche educazione, teatro di crescita civile e di cittadinanza; è luogo in cui nascono e crescono affetti, sentimenti, e si affermano le prime amicizie, che, in molti casi, resteranno per tutta la vita. Continua a leggere

XXI Corso nazionale di aggiornamento IRC

Il 22 Novembre 2018 a Messina, sarò tra i relatori del XXI corso nazionale di aggiornamento degli insegnanti di religione cattolica. Il corso è promosso dall’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, aggregato alla Facoltà Teologica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma (UPS), in collaborazione con “Paideia” Istituto di Antropologia Cristiana e con Aipre (Associazione Italiana Prevenzione).

Il tema del corso di aggiornamento è: “Il bullismo nella scuola: riconoscere, prevenire, educare”.

Scarica il programma: Programma

 

La disortografia

L’apprendimento della lingua scritta si estende dalla conoscenza e produzione dei segni grafici, all’ortografia, all’utilizzo del testo come mezzo per creare e trasformare la conoscenza. Numerosi sono gli elementi coinvolti nel processo di scrittura: una buona coordinazione oculo-manuale, canali percettivi intatti, processi cognitivi prettamente linguistici, processi metalinguistici e di controllo al fine di verificare la corrispondenza tra intenzioni comunicative e produzione scritta integre. Continua a leggere

La disgrafia

La disgrafia è un disturbo specifico di apprendimento del gesto grafico, che si manifesta come una difficoltà a riprodurre graficamente sia i segni alfabetici, sia quelli numerici. Alcuni autori definiscono la disgrafia “disprassia o aprassia della scrittura”, ovvero individuano in essa un disturbo degli aspetti strettamente motori della scrittura. In questa accezione si considera specifica del disturbo l’attività motoria prassica manuale e non sono di per sé interessate le regole ortografiche e sintattiche, sebbene possano influire negativamente su tali acquisizioni per le difficoltà secondarie nella rilettura e nell’autocorrezione. Questa distinzione è necessaria e importante, non solo ai fini diagnostici, quanto piuttosto per individuare il percorso riabilitativo e rieducativo più efficace. Continua a leggere

La dislessia

La dislessia è una difficoltà selettiva nella lettura, in presenza di adeguate capacità cognitive e opportunità sociali e relazionali. E in assenza di deficit sensoriali e neurologici e di disturbi psicologici primari.

Nella dislessia le difficoltà del bambino interferiscono nella vita quotidiana e nel proseguimento degli studi, e persistono nonostante un’istruzione scolastica normale. La dislessia in Italia colpisce circa il 4% dei bambini in età scolare. Le difficoltà del bambino possono essere notate quando inizia a leggere e scrivere o a volte sin dall’ultimo anno di scuola materna (se si svolgono esercizi di pre-lettura e pre-scrittura). Nei casi più lievi, invece, cominciano a notarsi in terza elementare, quando la lettura ela scrittura dovrebbero diventare automatiche e non lo sono. Continua a leggere

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Con la sigla DSA si identificano i Disturbi Specifici di Apprendimento caratterizzati da disturbi nell’apprendimento di alcune abilità specifiche che non permettono una completa autosufficienza nell’apprendimento, poiché le difficoltà si manifestano principalmente in abilità cognitive trasversali quali la lettura, la scrittura, il calcolo. Questi disturbi si verificano in soggetti che possiedono intelligenza, caratteristiche fisiche e mentali nella norma. In sintesi i DSA vengono a raccogliere una gamma diversificata di problematiche nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento scolastico, non imputabili primariamente a fattori di disabilità e definibili in base al mancato raggiungimento di criteri attesi di apprendimento rispetto alle potenzialità generali del soggetto. Continua a leggere

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