Sono passati più di vent’anni da quando le lire sono uscite dalla nostra vita in quanto monete utili nell’economia reale. Oggi come oggi, sono interessanti per i nostalgici e per i collezionisti. In entrambi i casi, può avere il suo perché informarsi sulle caratteristiche di specifiche monete che hanno fatto la storia del nostro Paese.
Tra queste, rientrano le 500 lire bimetalliche, monete che, come vedrai e forse già sai, sono state molto importanti. Se sei qui, vuol dire che ti interessa sapere qualcosa di più sulle loro caratteristiche e su quanto valgono oggi, nel pieno del 2025. Perfetto: la guida nelle prossime righe è stata preparata apposta per te, semplice curioso o collezionista che tu sia.
Ricordate con nostalgia da chi ha già qualche capello bianco in testa, come vedrai nelle prossime righe possono valere, a seconda dello stato di conservazione, anche cifre molto interessanti. Ora bando alle chiacchiere: è arrivato il momento di partire per un piccolo viaggio di scoperta di un tassello importante della numismatica italiana.
500 lire bimetalliche: cenni storici
Le 500 lire bimetalliche sono monete che, nei decenni passati, tutti hanno utilizzato e tenuto in mano, non sempre consapevoli della loro portata storica e dell’apporto innovativo che hanno messo in primo piano nel mondo della numismatica. Emessa per la prima volta nel 1982, la moneta da 500 lire si è subito guadagnata un posto nella storia: è stata, infatti, la prima moneta bimetallica a essere coniata in Italia.
Ai tempi, la Zecca italiana aveva applicato una tecnologia fortemente innovativa che, di lì a poco, sarebbe stata acquisita anche da altri Paesi del mondo, a testimonianza di come l’eccellenza del Bel Paese riguardi davvero numerosi ambiti, a volte insospettabili come quello della numismatica. Il metodo venne brevettato dall’allora direttore della Zecca dello Stato Nicola Ielpo con lo scopo di contrastare il fenomeno della falsificazione.
Un altro dettaglio interessante riguarda il fatto che, per la prima volta, una moneta italiana presentava, a livello dell’anello esterno, il valore riportato in Braille, così da facilitarne la fruizione anche da parte delle persone non vedenti. Le innovazioni non finiscono certo qui! Le 500 lire bimetalliche, infatti, sono state le prime a essere caratterizzate da un’incisione a firma femminile, quella della medaglista e scultrice romana Laura Cretara.
Quanto valgono le 500 lire bimetalliche?
Dopo questo piccolo excursus storico, vediamo quanto valgono le 500 lire bimetalliche, monete che, quasi sicuramente, in questi 23 anni dopo l’addio alla lira ti sarà capitato di ritrovare in qualche vecchio portafoglio. Alla luce di quanto appena affermato, si parla di una moneta molto comune. Non a caso, la tiratura complessiva ha superato il miliardo di esemplari.
Si parla, di riflesso, di valori che si aggirano fra i 3 e i 4 euro a singola moneta per gli esemplari in fior di conio, ossia quelli che praticamente non hanno circolato e che sono privi di quei fisiologici difetti che interessano le monete che sono passate di mano in mano (il riferimento al valore sopra menzionato riguarda in particolare le monete emesse nel 1995).
Dal momento che si parla di una moneta rimasta in circolazione per tanti anni, è naturale avere a che fare con diversi riferimenti. Un esempio? Le monete emesse nel 2000 e nel 2001 e classificate come NC. In questo caso, i valori per il singolo esemplare può arrivare attorno ai 10 euro. Si parla di 15 per le monete da 500 lire bimetalliche del 1991 annoverate nella variante “testa piccola”. Per quanto riguarda la variante “testa grande” del medesimo anno, i numeri sono decisamente più bassi lato valore e si parla di una media di 3 euro.
500 lire bimetalliche di valore: quali sono?
Nel corso della storia di queste monete, sono state coniate diverse serie e varianti. Particolarmente interessanti sono quelle risalenti al 1987. In quell’anno, sono state emesse due varianti. La prima, nota come “500 lire bimetalliche a testa media e firma grande”, se classificata come C oggi vale circa 3 euro a singolo esemplare.
Molto diversa è la situazione nel momento in cui si guarda alla variante “testa media e firma piccola”. Le monete da 500 lire bimetalliche che ne fanno parte e che sono classificate in fior di conio possono raggiungere anche il ragguardevole valore di 40 euro. Facciamo un piccolo passo indietro al 1985, anno in cui sono state emesse sempre due serie con le peculiarità sopra ricordate.
Le “testa media e firma grande” classificate come C hanno un valore di circa 3 euro a esemplare. Le 500 lire bimetalliche “testa media e firma piccola” del 1985, se classificate come NC, possono raggiungere un valore di 25 euro ciascuna e, oggi come oggi, sono considerate abbastanza rare. Non c’è che dire: il tuo portafoglio potrebbe nascondere un vero tesoro.
Le 500 lire bimetalliche commemorative
Nel corso della storia delle 500 lire bimetalliche, sono stati coniati diversi esemplari commemorativi. Quanto valgono oggi? Prendendo come esempio quelle emesse nel 1993 per celebrare il centenario della Banca d’Italia, si parla, per il fior di conio, di circa 3 euro a singola moneta (non si tratta di esemplari rari).
L’anno successivo, invece, è stata coniata una moneta da 500 lire bimetallica per commemorare i 5 secoli dalla pubblicazione del trattato Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalità del religioso e matematico Luca Pacioli, considerato il padre della ragioneria. Queste monete, classificate come comuni, hanno oggi un valore, se in fior di conio, attorno ai 5 euro.