Gestire, lavare ed in generale “trattare” lana per far si che risulti essere sempre perfetta, garantendo quindi una struttura quanto più simile a quella originale sembra un’operazione difficile da raggiungere sul lungo periodo anche per via dell’infeltrimento, una reazione che rende le fibre di questo materiale meno organizzate e più sgradevoli al tatto oltre che alla vista.
Si tratta di una reazione che può essere causata da più di una condizione, spesso legata ad una non corretta forma di lavaggio ma anche di “conservazione” della lana, un tessuto tanto versatile quanto inaspettatamente delicato, se non trattato a dovere. E’ anche uno dei più interessanti in termini di duttilità d’uso.
E’ possibile infatti evitare in toto l’infeltrimento, al fine di preservare l’aspetto e la bellezza della lana. Tutto questo lo osserveremo nelle prossime righe, consultando anche alcuni consigli che possono risparmiarci una bella fatica sia durante il lavaggio sia durante l’asciugatura e le fasi immediatamente successive delle fibre di lana.
Antica e duttile
Una delle più antiche e più utile fibre tessili in senso assoluto è sicuramente la lana, un vero e proprio evergreen tra le fibre, di origine animale, che sono ricavate da vari animali generalmente ovini ma anche camelidi e non solo. La lana viene realizzata attraverso vari processi d ialvorazione che iniziano con il taglio dall’animale e terminano poi con la tessitura.
Tracce di lavorazioni di lana risalgono sicuramente a diversi millenni prima di Cristo nell’area corrispondente al Medio Oriente anche se applicazioni non lavorate risalgono addirittura alla Preistoria. E’ un eccellente isolante, risulta essere molto duttile e per tantissimi secoli ha costituito la base degli indumenti pesanti, condizione che permane tutt’ora.
Ha diverse qualità facili da individuare: elasticità, resistenza, una resistenza all’umidità ed alle muffe oltre ad una eccellente resistenza, inoltre i capi in lana generalmente non vanno lavati particolarmente spesso in condizioni piuttosto normali, in quanto buona parte dello sporco semplicemente non intacca la lana se di qualità sufficientemente buona.
Perchè la lana si infeltrisce?
Non esiste il tessuto perfetto ed anche la lana naturalmente ha alcuni “punti d’ombra” legati alla tipica delicatezza nel doverla trattare: un capo di lana infatti è riconoscibile quando non viene effettivamente mantenuto in buone condizioni dal tipico aspetto infeltrito, che può anche essere una causa peggiorativa o diretta della lana che restringe.
L’infeltrimento è causato da una serie di condizioni che sono nella quasi totalità dei casi imputabili ad un non corretto operato di lavaggio. La costituzione della lana, che al microscopio è composta da tanti tasselli mediamente ordinati durante la produzione dei capi d’abbigliamento viene disposta in una forma di disordine, ed è per questo che i capi si restringono.
Cosa causa questo fenomeno? Le fibre sono composte da questi tasselli chiamati cuticole che con una umidità eccessiva ed un movimento troppo aggressivo tendono a compattarsi tra di loro. Per questo motivo questa azione causa un restringimento ma anche un infeltrimento, ben evidente dall’estetica della lana che è meno ordinata ma anche più fastidiosa da indossare.
Come evitare l’infeltrimento
Per evitare questo fastidioso effetto è essenziale lavare “bene” la lana, evitando azioni troppo aggressive, per questo è molto importante non trattare la lana da lavare come altri capi di abbigliamento. Quando possibile, meglio farlo a mano, controllando le temperature “limite” presenti sull’etichetta. Meglio usare la tecnica dell’ammollo in acqua non troppo calda.
La temperatura dell’acqua deve essere costante, abbastanza da immergere il capo o i capi di abbigliamento, con un po’ di detergente per lavaggio a mano “compatibile” con la lana. Non bisogna strizzare o premere la lana, quanto piuttosto “massaggiare” i capi per alcuni minuti tenendoli poi in ammollo per almeno un’ora in caso di sporco “standard”.
Per togliere l’eccesso di acqua e sapone (possiamo risciacquare il tutto con acqua corrente ma sempre di temperatura simile a quella dell’ammollo) non strizzando la lana ma premendola con delicatezza, una volta che sarà stata eliminata l’acqua in eccesso dobbiamo avvolgerla in un grande asciugamano o in 2-3 più piccoli, senza premere troppo. Per asciugare non esporre la lana direttamente sotto il sole e non appenderla verticalmente ma mantenerla su un piano orizzontale.
In lavatrice
Il lavaggio in lavatrice può essere una buona soluzione solo se “permessa” dal produttore, controllare l’etichetta. Il consiglio migliore è evitare programmi aggressivi, quindi temperature al massimo 40 gradi (meglio ancora 30), evitando la centrifuga (o scegliendone una meno “aggressiva” possibile in senso effettivo, impiegando detergenti compatibili per la lana.
Diverse forme di lavatrici moderne presentano di base diversi programmi specifici per capi delicati o per la lana vera e propria. Ricoridamo che il lavaggio costante ovvero quello frequente dovrebbe essere però costituito da quello a mano che resta meno aggressivo e meno impattante sul colore dei nostri capi d’abbigliamento preferiti.