Allerta olio di semi: ecco le marche da evitare sempre al supermercato

Hai mai fatto caso a quanto sia facile dare per scontato l’olio di semi? Ce l’abbiamo sempre in casa, magari non lo usiamo tutti i giorni come quello d’oliva, ma quando si tratta di friggere qualcosa di bello croccante e saporito, eccolo lì, pronto a fare il suo dovere. Però, e qui arriva il punto, sei sicuro di sapere davvero cosa stai comprando quando lo prendi dallo scaffale del supermercato?

Perché ultimamente si sente sempre più parlare di allerta e qualità scadente e a quanto pare ci sono marche che sarebbe meglio evitare del tutto, tipo proprio da lasciar stare. Ora, non voglio fare allarmismo eh, però la verità è che non tutti gli oli di semi sono uguali e alcuni, per essere proprio sinceri, fanno abbastanza schifo.

Ci sono dei segnali chiari che ti fanno capire se hai a che fare con un prodotto pessimo e il primo è il prezzo, che poi diciamocelo, se un litro d’olio costa meno di una bottiglia d’acqua gassata, beh, non è che ci vuole un genio per capire che c’è qualcosa che non quadra. Non dico che debba costare come l’oro, ma se un prezzo è ridicolmente basso, un motivo c’è.

Leggi le etichette

E poi c’è il sapore, perché un olio di semi decente non deve sapere di niente o quasi, ma se senti un retrogusto strano, rancido o addirittura pizzica sulla lingua, fidati, qualcosa non va. E poi parliamo delle etichette, le leggi mai? No perché, se non è chiarissimo da dove arriva quell’olio, se ci sono scritte vaghe o roba tipo “miscela di oli comunitari ed extracomunitari” che detta così sembra pure una cosa figa ma in realtà non vuol dire niente, meglio lasciar perdere.

Spesso questi prodotti sono un mix di oli di qualità pessima, messi insieme tanto per riempire la bottiglia e via. E considerando che l’olio di semi lo usiamo un po’ dappertutto, soprattutto quando si frigge, è meglio sceglierne uno decente e non roba che boh, chissà da dove arriva. Ma la parte più interessante è che negli ultimi anni hanno fatto un sacco di test proprio per scoprire quali sono le marche peggiori, quelle che è meglio evitare come la peste.

E no, non faccio nomi perché non voglio problemi, ma ti assicuro che ci sono state belle sorprese, e non in senso positivo. Hanno trovato oli che non solo sanno di cartone bagnato, ma che contengono pure residui di solventi, quelle schifezze chimiche che usano per estrarre l’olio in modo economico e che, diciamocelo, nessuno vorrebbe nel piatto.

L’origine dell’olio di semi

Ma allora come si fa a non sbagliare? Beh, prima cosa, apri gli occhi e leggi l’etichetta, non ti costa niente e ti evita brutte sorprese. Cerca oli che siano 100% italiani, non perché tutto il resto faccia schifo, ma almeno così hai qualche garanzia in più. E poi occhio al packaging, perché il modo in cui un prodotto è confezionato dice già tanto sulla sua qualità.

Le bottiglie scure o opache sono la scelta migliore perché proteggono l’olio dalla luce e lo fanno durare di più senza farlo diventare rancido. Se invece lo trovi in una bottiglia trasparente che magari sta lì da giorni sotto le luci del supermercato, lascia perdere, che tanto sarà già mezzo rovinato.

E poi oh, non farti fregare dalle scritte pubblicitarie, tipo “extra leggero” o “super digeribile”, perché spesso sono solo slogan senza senso. Quello che conta davvero è come l’olio è stato estratto e la sua composizione. Un olio di semi fatto con metodi meccanici e senza solventi è sempre meglio di uno raffinato con processi chimici aggressivi. Insomma, non farti prendere in giro dalle belle parole, guarda la sostanza.

Il gusto dell’olio di qualità

E poi c’è la questione del gusto, che sembra una cosa da poco ma non lo è. Un buon olio di semi deve avere un sapore neutro, se invece ha un retrogusto strano, magari sa di vecchio o di rancido, è meglio lasciarlo perdere. Certi oli scadenti hanno proprio un gusto terribile perché sono fatti con semi che non sono freschissimi o che sono stati trattati male.

E alla fine, se devi friggere qualcosa e quell’olio rovina tutto con un sapore sgradevole, tanto vale spendere un po’ di più e prenderne uno decente. Quindi, la prossima volta che vai al supermercato e sei lì davanti allo scaffale degli oli di semi, non buttarti sul primo che capita solo perché costa poco.

Fermati un attimo, guarda il prezzo, leggi l’etichetta, controlla la bottiglia e magari fai anche una rapida ricerca su quali sono le marche migliori. Non serve essere esperti, basta un po’ di attenzione e la voglia di non riempirsi la cucina di schifezze. Alla fine, parliamo di roba che usiamo per cucinare ogni giorno, quindi meglio non fare gli sprovveduti.

Ricerca un olio di qualità

Meglio spendere quei due euro in più piuttosto che ritrovarsi con un olio che non sa neanche lui cos’è. E fidati, il tuo stomaco ti ringrazierà. E poi diciamocelo, alla fine cucinare è anche un piacere e quando si usano ingredienti di qualità si sente subito la differenza. Un buon olio di semi non rovina i sapori, anzi, esalta tutto senza coprire nulla.

E se proprio vuoi fare le cose fatte bene, magari prova anche a variare, perché non esiste solo l’olio di girasole, ma ci sono anche quelli di arachidi, di mais o di vinaccioli che per alcune preparazioni sono perfetti. Insomma, non accontentarti del primo che capita, sperimenta un po’ e vedrai che anche il cibo avrà tutto un altro sapore.

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