Colesterolo e frutta costiutisce un connubio che se utilizzato nel consumo “giusto” può portare il problema dell’ipercolesterolemia ad essere maggiormente affrontabile con il giusto piglio, ed anche con la corretta alimentazione. Anche la frutta quindi può avere un ruolo importante per regolarizzare questo importante, a tratti fondamentale valore per il nostro corpo.
Le banane generalmente non sono tra i primi frutti consigliati “per stare meglio” in quanto non sono sovrapponibili a tanti altri, a differenza ad esempio di mele e pere o dei frutti di bosco. Hanno comunque ottime proprietà di carattere nutrizionale ed un’ottima capacità digerente.
Diverse fonti hanno evidenziato la banana problematica perchè farebbe alzare il colesterolo.
E’ un frutto particolare che ha un certo impatto sulla nostra salute, eppure non tutti sono concordi sulla sua effettiva utilità. E’ perciò importante analizzare a cosa fa bene questa particolare forma di bacca, proveniente da un albero tropicale che anche fisicamente riconoscibile (le banane crescono a gruppi, sui “caschi”). Ma fa bene al colesterolo oppure ha un impatto negativo?
Provenienza
Il banano è l’albero che produce la bacca più grande al mondo, e quello utilizzato come tale non esisteva in natura ma è il risultato di una serie di incroci che hanno portato attraverso centinaia di anni, a disporre quello che possiamo consumare oggi. Le banane selvatiche infatti in alcuni casi mantengono ad esempio dei semi molto più grandi di quelli piccolissimi che conosciamo.
Fino al Cinquecento le banane erano praticamente sconosciute in Europa, ad importarle sono stati inizialmente i portoghesi attraverso rotte commerciali ed altre popolazioni come gli arabi che erano soliti commerciale con varie porzioni del regni africani. A partire dall’Ottocento le banane sono divenute sempre più amate e diffuse, regolarizzando un mercato molto ampio.
In Italia così come in buona parte delle nazioni europee è facile trovarle tutto l’anno, anche perchè la logistica si sviluppa attraverso la maturazione di questi frutti che come è noto, continua dopo la raccolta ed è visibile attraverso la buccia, influenzata da fattori esterni come luce e temperatura ma anche umidità.
Contenuto
Le banane hanno un notevole apporto di sali minerali, spicca in particolare il potassio che è un elemento in grado di regolamentare la presenza di alcune funzioni e nelle giuste quantità può anche avere un supporto positivo per il colesterolo alto, che viene determinato da fattori alimentari ma anche comportamentali e pre esistenti come condizioni genetiche.
Il contenuto principale della banana però è costituito da carboidrati ed ha un apporto calorico da molti rilevato come più alto della media, in realtà questo dipende anche, dal punto di vista impattante dalla quantità di elementi come ad esempio la maturazione. Naturalmente più una banconota è matura, più avrà un gusto dolce ed un apporto più importante in termini energetici.
Tuttavia il colesterolo nelle banane in termini nutritivi non è presente, e pur non avendo un notevole impatto in termini positivi (eccezion fatta per il potassio, come detto) la quantità di elementi come i grassi e gli zuccheri non sono tali tale da rendere la banana un prodotto naturale “a rischio”. Sostanzialmente non fa male al colesterolo, a patto di non esagerare, naturalmente.
Fa bene al colesterolo?
In particolare se siamo abituati a fare sufficiente esercizio fisico o rispettare un regime alimentare mediamente attivo, le banane anche in una condizione abitudinaria di 1 al giorno evidenzia soprattutto aspetti positivi, una buona condizione di energia ed anche una più che discreta presenza di elementi che permettono di regolarizzare l’intestino, infatti sono presenti fibre.
Generalmente nella lotta contro l’ipercolesteorlemia la banana non figura tra le tipologie di frutta primarie da consumare, generalmente si da priorità e precedenza alle mele o alle pere o qualsiasi altro elemento che possa essere consumato anche con la buccia, la parte più ricca di fibre, altro elemento che migliorano la condizione del colesterolo.
La banana è invece un frutto che non “prevale” in alcuni tipo di aspetto, per questo va considerabile equilibrato, dal punto di vista della maturazione risulta essere più adatta ai chi soffre di colesterolo alto nella sua configurazione non di maturazione avanzata, ovvero quando è gialla ma senza particolari tracce marroni che evidenziano una maturazione più avanzata.
Amidi nella frutta
La maturazione della banana è come detto legata alla tempistica, spesso infatti queste sono raccolte quando il frutto è nella prima fase di “vita” ovvero quando le bacche sono più piccole ed acerbe, quindi risultano essere verdi. A seconda anche del clima la maturazione porta gli amidi contenuti all’interno a diventare zuccheri.
Per questo, essendo gli amidi degli elementi utili ma che possono impattare sulla salute, conviene non eccedere nelle quantità, una persona sana può consumare anche 2 banane al giorno anche se nella maggior parte dei casi l’apporto limite giornaliero si ferma a 1 banana, all’interno di una dieta ben bilanciata e che non presenta eccessi particolari.