Olio di ricino da bere: ecco quale preferire

In tempi passati, l’olio di ricino veniva visto quasi come una punizione per i bambini che non si comportavano bene. Una sorta di piccola e malefica tortura casalinga che portava a forti mal di pancia, ma in compenso liberava dalla stitichezza. L’origine di questo olio tanto odiato è vegetale, ma non solo.

Il nome anglosassone, ovvero castor oil, rimanda all’uso dell’olio di origine vegetale (ovvero il Ricinus communis) al posto di quello animale che veniva estratto dalle ghiandole perinee del roditore in questione, ovvero il castoro. Ovviamente, si trattava di un utilizzo industriale quale base aromatica e non per il consumo umano.

L’olio di ricino, quindi si beve in particolar modo a scopi purgativi, sotto stretta prescrizione medica e andrebbe evitato l’utilizzo fai-da-te, soprattutto per diete casalinghe o altri scopi non idonei. La pianta di ricino, in linea generale, ha scopi più che altro industriali nel campo della cosmetica, anche se non manca quello alimentare.

Bere olio di ricino? Sì, ma con prudenza

L’odore e il sapore dell’olio di ricino non possono affatto dirsi gradevoli. Per questo, anche se svariati decenni fa l’intento era curativo, è comprensibile che la nomea di questo “medicinale” non fosse proprio eccelsa. Proprio per questo motivo, non si può assumere l’olio di ricino a scopi purgativi in autonomia.

Di norma, in ambito ospedaliero lo si può introdurre, come detto sotto controllo medico, al fine di ripulire l’intestino prima di interventi chirurgici importanti che riguardano in special modo l’addome, oppure per preparare una donna al parto. Sarà il personale specializzato a stabilire quindi dosi e necessità specifiche, così da non nuocere.

Aromatizzato spesso alla menta o all’arancia per migliorarne il sapore, l’olio di ricino non andrebbe mai assunto in dosi superiori a quelle indicate, o potrebbe causare sintomatologie fin troppo forti come vomito, debolezza e malassorbimento. Si ribadisce dunque l’estrema importanza di evitare il fai-da-te, sempre e comunque, prediligendo il consiglio medico.

Usi nell’industria alimentare

Nell’industria alimentare, tuttavia, piccole dosi di olio di ricino sono comunque previste. Alcuni additivi aggiunti ai dolci ne contengono un po’: se ad esempio su un ciambellone si legge poliglicerolo polistinoleato, allora siamo in presenza di olio di ricino; se sul cioccolato c’è la dicitura PGPR, il principio è lo stesso.

Persino alcuni imballaggi alimentari vengono trattati con l’olio di ricino, in quanto ha ottime proprietà antimuffa. Esistono addirittura altri Paesi, come il Nepal, che impiegano piccole quantità di olio di ricino per conservare meglio i cereali o i legumi. Può inoltre integrare alcune componenti aromatiche, ma sempre nella ragione di poche gocce.

Nei farmaci, spesso l’olio di ricino si impiega quale eccipiente. Ma, in linea generale, come accennato, l’uso alimentare è ridotto al minimo indispensabile proprio per il potente effetto purgante che potrebbe portare a effetti collaterali fin troppo evidenti. Va detto che è anche ricco di trigliceridi e acidi grassi (circa il 90%!).

Usi in cosmetica e non solo

Se ingerirlo richiede molta cautela, usare l’olio di ricino su unghie e capelli porta invece dei benefici davvero interessanti. Risulta in effetti ideale per rinforzare la cheratina di cui queste due cose sono ricche, motivo per il quale l’industria cosmetica lo impiega abbondantemente. Il principio più sfruttato è la sua capacità idratante.

Usarlo puro sui capelli non è semplice, perché molto denso, ma inserito ad esempio in una maschera o in uno shampoo aiuta ad ammorbidirli ridonando loro la lucentezza. Va però limitato nel tempo, in quanto alla lunga potrebbe causare persino l’effetto contrario, contribuendo alla secchezza di chioma e persino di cute.

Rinforza anche le unghie e rende le ciglia più voluminose, rinfoltisce sopracciglia sfibrate, quindi non è insolito trovare prodotti a base di olio di ricino da applicare in queste sedi per avere risultati ottimali. Le sue proprietà antifunginee, infine, sono perfette per proteggere le unghie di mani e piedi dalle infezioni.

Utilizzi insoliti dell’olio di ricino

Quale acido grasso a 18 atomi di carbonio, l’olio di ricino è insostituibile nell’industria delle vernici, nonché in quella dei lubrificanti, in quanto rende entrambi più fluidi in maniera naturale e poco costosa. In un circuito frenante di mezzi come auto, moto e persino veicoli agricoli, non è raro che il liquido frenante lo contenga.

Salta quindi all’occhio come l’olio di ricino a uso umano abbia ormai perso quasi del tutto la sua efficienza e diffusione, in favore di proprietà che invece lo rendono perfetto in contesti completamente differenti. Molte cere e rivestimenti diventano più lucide e le plastiche resistenti al freddo maggiormente performanti a livello meccanico.

Lascia un commento