Quale socialità si sviluppa nelle comunità online
La possibilità di relazionarsi online attraverso una piattaforma che integra diversi modelli comunicativi e di socialità, …
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Il consumo di sostanze psicoattive fra gli adolescenti in questi ultimi anni ha subito un forte aumento. Desta particolare preoccupazione il consumo di sostanze al quale i giovani si avvicinano con disinvoltura e sempre più preoccupante. Questa attitudine li espone a rischi sul piano della salute come pure su quello dell’apprendimento. I danni sul piano della salute spesso divengono irreversibili, quelli che toccano l’apprendimento e la formazione scolastica e/o professionale possono compromettere lo sviluppo e il futuro della persona. L’interruzione della scuola e/o di una formazione professionale sono spesso all’origine di ulteriori disagi, di marginalità e di illegalità e, comunque possono ostacolare la persona nel conseguimento dei propri obiettivi di sviluppo e di benessere. Un crescente numero di soggetti, nell’ambito adolescenziale e giovanile, vanno manifestando comportamenti e atteggiamenti che sono orientati alla ricerca di novità e sensazioni forti. Se da un lato la ricerca di sensazioni è uno dei bisogni primari e una delle caratteristiche tipiche dell’adolescenza normale, dall’altro in questi ultimi anni un numero crescente di giovani sembra essere polarizzata, verso esperienze estreme, rischiose, spesso autodistruttive, a scapito della possibilità di fruizione del quotidiano e delle sue sane gratificazioni.
Diversi studi hanno rilevato che l’assunzione di sostanze come la cocaina, l’anfetamina, l’alcol ecc. in dosi adeguate e per tempi sufficientemente prolungati possa influenzare lo sviluppo neurobiologico del cervello dell’adolescente e quindi i suoi correlati funzionali: cognitivi, emotivi e comportamentali. Se come stabilito per la cocaina una sola dose va ad interessare un processo che sta alla base della formazione dell’apprendimento e della memoria, quale primo passo verso lo sviluppo dell’assuefazione e delle ricadute, sarebbe altresì, il primissimo assaggio di alcol a stimolare il desiderio del bere e a spingere alla ricerca successiva di alcolici. È stato scoperto che tracce di alcol si trovano sino a ventiquattro ore dopo nelle piastrine del sangue e poi si perdono, nel cervello persistono invece per circa dieci giorni. L’alcol è una droga dimenticata. O forse tollerata, subita, accettata. Che fa sempre però più vittime soprattutto nei giovani.
I giovani che, una volta “contenuto” il loro problema con la sostanza, hanno molta difficoltà nel farne a meno. Molti giovani utilizzano la sostanza, non tanto per sballarsi quanto per aumentare le proprie potenzialità fisiche e relazionali.
Conviene, in ogni modo, prendere atto della emergenza della quantità di uso delle droghe e della dipendenza che esercitano sui giovani, che costituiscono innegabilmente, accanto alla depressione, i disturbi emblematici della modernità. Va notato, a questo proposito, il passaggio, frequentemente riscontrato di una dipendenza che si collega all’altra, un tossicomane può divenire alcolista, poi consumatore compulsivo, ecc.
Oggi nel trattamento della persona dipendente si è passati dagli approcci centrati sulle sostanze a quelli centrati sulla persona, stimolandola a comprendere che la droga è una soluzione adattiva a problemi irrisolti aiutando così a trovare soluzioni alternative, visto che l’uso di droga rappresenta un tentativo di compensare le carenze del funzionamento dell’Io, dell’autostima e dei relativi problemi interpersonali.