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EDUCARE ALLA NOIA

“Mamma mi annoio”, “Uffa, non so che cosa fare!”. Quando i bambini ci dicono così, spesso noi genitori ci preoccupiamo di annullare subito la sensazione di noia dei nostri figli. Invece, la crescita ha bisogno anche della noia. Attraversarla vuol dire passare attraverso molte fasi differenti: sentire un vuoto, starci dentro, decidere di riempirlo, trovare il modo per farlo.

La noia è oggi valutata come un “sintomo da curare”. C’è l’estrema tendenza a riempire ogni buco, in cui spesso l’educazione viene scambiata per intrattenimento costante e ripetitivo, per cui le giornate scandite da continue attività, innumerevoli stimoli che rendono i nostri figli in uno stato continuo di attività organizzate da svolgere. Il tempo dei bambini è organizzato dagli adulti con numerosi impegni come a colmare ogni possibile vuoto di apprendimenti in nozioni, competenze riconosciute esplicitamente dalla società. Una corsa senza sosta che porta numerosi bambini a vivere le attività non più come momenti di apprendimento o attività ludiche da svolgere in modo rilassato e divertito, ma sempre di più con una frenetica ansia da prestazione. Continua a leggere

Cosa rappresenta oggi essere nonni?

I nipoti, in genere, hanno sempre un ricordo positivo del rapporto con i propri nonni, da sempre figure di riferimento nella vita familiare e oggi ancora più presenti rispetto al passato grazie a un miglioramento generale della qualità della vita. Oltre a dare loro spesso un supporto economico, i nonni hanno acquisito una centralità per i nipoti dal punto di vista educativo per una serie di ragioni: prima fra tutte, perché rappresentano la storia familiare e la memoria dei loro genitori. Capita spesso, infatti, che i bambini facciano domande sui genitori per capire come si comportavano o sapere cosa facevano alla loro stessa età. Tutto ciò li aiuta a sviluppare non solo l’identità familiare ma anche quella personale e la loro struttura psichica. Continua a leggere

Alcuni consigli utili sulla gestione della DAD

Questa volta sappiamo, a differenza di un anno fa, gli effetti psicologici che può produrre una mal gestione di questa modalità di fare didattica a distanza. Allora in base a quest’anno di esperienza cerchiamo di usare alcuni accorgimenti.
  • Facciamo diverse pause (mettere davanti ad uno schermo per diverse ore bambini e ragazzi produce molti danni collaterali!);
  • Dedichiamo molto tempo durante le lezioni per occuparci degli aspetti emotivi dei nostri alunni;
  • Rendiamo l’ambiente d’apprendimento sereno e accogliente senza preoccuparci troppo delle interrogazioni e dei compiti da fare;
  • Rendiamo la lezione il più interattiva possibile, questo attiverà maggiormente la loro attenzione;
  • Non preoccupiamoci di rimanere indietro con gli apprendimenti che faremo sempre in tempo a recuperare e, invece, preoccupiamoci degli aspetti psicologici che se non tenuti in considerazione faremo fatica a recuperarli;
  • Non passiamo l’idea ai nostri ragazzi che stiamo perdendo tempo ma educhiamoli a dare un senso e un significato a quello che stiamo vivendo;
  • Riconosciamo lo sforzo che stanno facendo in questo periodo e premiamoli per questo impegno;
  • E soprattutto diamo sostegno e supporto fiducioso che sicuramente ne usciremo da questa situazione perché questo clima d’incertezza e mancanza di futuro non aiuta i nostri alunni.

La gestione dell’ansia e dello stress da quarantena come fare?

Dopo l’inziale stupore per la necessaria quarantena, tutti noi siamo passati all’ansia data dall’incertezza per il nostro prossimo futuro. Più volte ci siamo fatti queste domande: “Chissà come andrà nei prossimi giorni”; “Certo sono davvero preoccupato, qui non si sa come andrà a finire”; “viviamo alla giornata ormai, chissà quando si potrà uscire di nuovo” e così via. Tante volte, in questi giorni, pronunciamo frasi di questo tipo per esprimere la nostra preoccupazione rispetto alla pandemia in atto. È normale e comprensibile.
Lo stress potrebbe aver preso il sopravvento portando a galla litigi irrisolti in famiglia, scontri col partner, pensieri negativi, paure, attacchi d’ansia, rabbia, angoscia.
Ecco di seguito alcuni piccoli consigli per gestire ansia e stress di questi giorni difficili. Continua a leggere

A scuola tutti connessi e poi? Ma siamo sicuri che la scuola stia tutelando la salute dei bambini e ragazzi?

Da settimane gli alunni, di ogni ordine e grado, sono rinchiusi in casa e non si recano più a scuola e sarà così, sicuramente, fino all’inizio del prossimo anno scolastico. La giusta decisione presa dal Governo è stata dettata per motivi di salute ma siamo proprio sicuri che quello che la scuola sta proponendo ai suoi alunni (forse spinti da molti genitori) tuteli davvero la loro salute? Certamente insegnare ed apprendere a distanza, in una situazione di quarantena totale come l’attuale, è un’esperienza del tutto nuova. Mi sembra, però, che si stiano, da più parti, buttando alla rinfusa idee e proposte che non sono in linea con le caratteristiche evolutive degli alunni e la loro attuale situazione emotiva e psicologica che li sta attraversando e forse cambiando. In questi concitati giorni si stanno facendo parlare tutti tranne chi è esperto di educazione e apprendimento. Eppure si parla di scuola e la scuola è una cosa seria. Stiamo piazzando per ore bambini e ragazzi davanti a dispositivi digitali che prima che arrivasse la pandemia tutti noi, esperti di educazione, ne sottolineavamo il pericolo e il rischio che questi hanno, soprattutto nei bambini. Mi sembra che questo videolezionismo sia esagerato. Bisognerebbe che gli insegnanti e i genitori se ne rendessero conto. La videolezione, soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria, è faticosissima. L’apprendimento è una cosa seria e implica un insieme di competenze cognitive e relazionali che in questi ambiti virtuali si perdono. Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo, è di fondamentale importanza capire che dare priorità alla didattica è un grave errore. La didattica va contestualizzata. Non possiamo immobilizzare un bambino per diverse ore al giorno davanti ad un computer. La didattica digitale, dal punto di vista pedagogico, è importante e interessante ma una conversione totale e improvvisata fa danni irreversibili; siccome tale didattica non può colmare l’assenza dei bambini in classe, va pensata in modo tale che questa accompagni quella tradizionale. Continua a leggere

Famiglia e scuola ai tempi del coronavirus

La pesante situazione che stiamo vivendo in questo momento difficile del coronavirus sta avendo un impatto significativo nella vita di tutti. E’ inevitabile che i bambini e i ragazzi risentano di questa situazione: e non solo perché sentono tante notizie ma anche perché vedono gli adulti intorno a loro preoccupati. Attenzione, in questo momento i bambini e i ragazzi hanno bisogno di prevedibilità e rassicurazioni: allora la chiusura delle scuole e l’interruzione delle attività sportive e ricreative rappresentano un’importante rottura delle loro routine quotidiane.
In queste settimane, navigando sui social, vedo genitori che, in modo un po’ concitato, chiedono come occupare il tempo dei bambini o come indurli a fare i compiti; vedo scuole che si organizzano con attività didattiche di vario tipo; vedo siti ricchi di proposte ricreative innovative, stimolanti, educative, ecc.
Tutto giusto. Però, se posso permettermi: calma!

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Come parlare ai figli … ai tempi del coronavirus

La pesante situazione che stiamo vivendo in questo momento difficile del coronavirus sta avendo un impatto significativo nella vita di tutti. E’ inevitabile che i bambini e i ragazzi risentano di questa situazione: e non solo perché sentono tante notizie ma anche perché vedono gli adulti intorno a loro preoccupati. Attenzione, in questo momento i bambini e i ragazzi hanno bisogno di prevedibilità e rassicurazioni: allora la chiusura delle scuole e l’interruzione delle attività sportive e ricreative rappresentano un’importante rottura delle loro routine quotidiane.
È facile cadere nell’enfasi emotiva che non aiuta i più piccoli a vivere in questa inedita situazione. Continua a leggere

Quando dare lo smartphone ai figli?

Alcuni genitori sono assolutamente contrari all’uso dei cellulari, altri (in realtà la maggior parte) lo comprano ai figli anche in età precoce in modo da non farlo/a sentire escluso dal gruppo o in modo da rispondere a bisogni pratici.
È chiaro che oggigiorno il cellulare è diventato un simbolo all’interno delle nuove generazioni (e non solo, diciamocelo!), uno strumento di aggregazione, per cui chi non ce l’ha in adolescenza può sentirsi effettivamente escluso.
Molti genitori non sanno, però, che il cattivo uso dello smartphone può comportare seri problemi psicologici e legali, poiché attraverso di esso si possono compiere vari atti lesivi della dignità propria e altrui, anche inconsapevolmente, dando così vita a fenomeni di cyberbullismo, sexting, condivisione di materiale privato ecc. Continua a leggere

Educare allo sbaglio ovvero “sbagliando si impara”

Nessun bambino ha mai imparato a camminare senza cadere. La caduta è prova che il bambino sta imparando a camminare. Poi accade qualcosa… Accade che da quel momento in poi gli errori e le cadute sono interpretati come prova che il bambino NON sta imparando! Ed inizia la paura di sbagliare, la demotivazione, la bassa autostima, il rifiuto dello studio ecc. Ecco, dovremmo capire cosa accade in quel preciso momento in cui l’errore, da momento di crescita, diventa prova di incapacità e colpa.
Se il modo in cui ogni essere umano approccia all’errore è determinante per la sua capacità di apprendere, significa che abituare un bambino a vedere nel fallimento una possibilità di crescita, piuttosto che una semplice mortificazione, è fondamentale per il suo futuro. Lodarne l’impegno è, invece, un’azione utile a fargli sviluppare una mentalità aperta, capace di accogliere ed affrontare le sfide. Continua a leggere

Educazione alle abilità di vita: life skills education

Con il termine life skills si intendono le capacità di assumere comportamenti positivi che consentono di trattare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana. Nel 1993 il Dipartimento di Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato tali abilità psicosociali dell’area personale, sociale, interpersonale, cognitiva e affettiva dell’individuo, quali tecniche privilegiate per la promozione dell’Educazione alla Salute nell’ambito scolastico.
Esse sono (definizioni sintetiche): Continua a leggere

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