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Educare alle regole

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Mettere regole e confini chiari ai comportamenti dei figli è sicuramente il compito più difficile che i genitori son chiamati ad affrontare, specialmente quando si trovano davanti a figli in età adolescenziale. Acquisire le regole vuol dire diventare persone costruttive e sviluppare una sensazione di sicurezza e non di dispersione o di assenza di punti di riferimento.

Tenendo conto dell’età e della specificità individuale del figlio, la regola è lo strumento per eccellenza che regola la relazione, ma non crediamo essere il solo elemento fondante dello sviluppo della personalità di un individuo. Infatti, l’impatto che, la norma impartita dal genitore, ha sul figlio crea una struttura che dà un contenimento all’individuo, che gli permette la crescita ed è di guida al processo educativo.Dare una disciplina al proprio figlio significa tracciargli una linea, orientarlo, dargli una direzione. E’ come se le regole rappresentassero il binario entro cui canalizzare le energie: senza di esso il treno può andare ovunque e deragliare. Infatti, se recuperiamo l’etimologia del temine, scopriamo che la parola deriva da règere, ossia “guidare”. In questo senso, allora, la prima funzione delle regole è quella di fornire una guida al figlio. come si può facilmente intuire, l’assenza di esse significa lasciare il figlio privo di guida, il che aumenta il rischio di eventuali comportamenti problematici. Attraverso il rispetto delle regole i genitori misurano la crescita del figlio.

Educare alle regole in famiglia

Quando poniamo la fatidica domanda “nella vostra famiglia ci sono regole?” tutti i genitori nei nostri corsi rispondono “certamente!”, ma allora come ci si spiega di alcuni comportamenti a rischio degli adolescenti, del dilagare di certi fenomeni di violenza quali: il bullismo, il vandalismo, l’uso di sostanze stupefacenti, l’abuso di alcool, di fumo, la guida pericolosa, comportamenti devianti e aggressivi messi in atto dai giovani, ecc.

Probabilmente alla base di tutti questi atteggiamenti vi è un’assenza o una cattiva modalità e una cattiva gestione  di regole da parte della famiglia. Inoltre, è necessario tener presente la naturale tendenza, nell’età dello sviluppo, a sfidare e a trasgredire le regole. La difficoltà a riconoscere, seguire e ad introiettare le regole da parte delle giovani generazioni, con molte probabilità, può ricondursi alle modalità inadeguate di trasmissione delle stesse. Perché risulta essere così difficile trasmettere le regole e perché con alcuni lo è ancora di più?

In primo luogo non si può non pensare al carattere di costrizione di fatica e di impegno talvolta contenuto nel seguire le regole; in secondo luogo, come già detto, la difficoltà può essere dovuta al fatto che nel trasmettere le regole commettiamo degli errori.

Ma allora come mettere, praticamente, le regole ad un figlio?

 Fare squadra

Per prima cosa i genitori devono aver chiaro e concordare tra di loro le regole importanti da trasmettere ai figli, è necessario stabilire, assieme, le principali regole educative (fare squadra) all’interno delle quali il figlio potrà avere propri margini di movimento e libertà di crescita. In questo modo, saranno facilmente evitate discussioni tra genitori, soprattutto in presenza dei figli e, nel contempo, non si vanificheranno sforzi personali in seguito al disaccordo presente con l’altro genitore. Ricordiamo che ogni occasione di incoerenza tra genitori induce disorientamento nel figlio. Ad esempio, un giorno viene punito dalla madre per aver spinto il fratello, il giorno successivo, lo stesso comportamento viene ignorato dal padre. In questa situazione di incoerenza educativa, il figlio non saprà cosa attendersi in futuro: verrà punito se spinge gli altri oppure no? E che tipo di punizione riceverà? Questo tipo di incoerenza lo espone a disorientamento e ansia, che ovviamente lo porteranno ad incrementare i comportamenti negativi.

Fissata una regola, occorre che i figli l’abbiano veramente capita; per essere messa in pratica il figlio deve capirne l’utilità ed il senso di questa. Spesso i figli non manifestano problemi nella comprensione delle regole, ma nel loro rispetto quotidiano. Ad esempio, sono in grado di dire cosa devono inserire nella cartella di scuola per il giorno dopo, però, al momento di mettere in atto il piano, procedono in maniera casuale e non controllata: dimenticando il materiale o mettendo materiale non richiesto, ecc. L’obiettivo genitoriale allora non è quello di redigere un elenco infinito di regole, quanto quello di far compiere al figlio il percorso dalla conoscenza delle regole alla loro applicazione.

Inoltre, le regole familiari devono essere chiare, sintetiche e ben esplicitate, determinate, condivise e contrattate in modo democratico. Infine è di fondamentale importanza, una volta stabilite le regole individuare le conseguenze se le regole vengono disattese, ma è altrettanto importante stabilire dei riconoscimenti positivi se le stesse vengono seguite. Questo aspetto ha un alto valore educativo in quanto il figlio impara il bene e il male, il giusto e lo sbagliato. Premiare il figlio quando ha un comportamento positivo dovrebbe costituire la regola base dell’educazione. Infatti, solo in questa maniera possiamo ottenere un incremento ed un consolidamento dei comportamenti positivi da parte dei figli.

Pertanto, è necessario che i genitori non si limitino a dare regole, è bene che aiutino i figli a capire le ragioni delle stesse, spiegando perché devono rispettarle seguendo le loro indicazioni o i loro comandi. Occorre quindi che siano disponibili a discutere, spiegare e negoziare le regole con i loro figli, ripetutamente. Ciò potrà rivelarsi frustrante ma, se non verrà fatto, i bambini avranno seri problemi ad imparare le ragioni delle regole.

Spesso i genitori non concordano le regole anticipatamente in un contesto positivo ed educativo sereno, ma quando il figlio si è appena comportato male, nel dargli una punizione gli viene ricordato, in modo estemporaneo, quali sono le regole che avrebbe dovuto seguire. Ne consegue che, se le regole vengono trasmesse in contesti in cui stiamo rimproverando i figli per averle infrante, il figlio non comprenderà il vero significato della regola, la sua giusta applicabilità e la responsabilità nel seguirla.

 



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